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Viaggio in Kenya

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Presidente Elisabetta Murdaca, perchè un viaggio in Kenya?
Nell’autunno del 2016 l’Associazione stava lavorando alla costruzione di un progetto di formazione per i rifugiati africani in Europa. Confrontandomi e incontrando diversi enti e personalità che ben conoscono il fenomeno migratorio, la chiara risposta che ho ricevuto è stata: “l’Africa non puoi capirla se non ci sei stato”.
Così il 6 novembre 2016 sono partita per Nairobi per svolgere un'esperienza di volontariato di un mese.

Dove è stata?
Inizialmente sono stata ospite di Leandro Agosta, segretario di Tempo Fiorito Kenya. La missione di questa ONG (Organizzazione Non Governativa) locale è quella di migliorare i mezzi di sussistenza attraverso la promozione e l'incoraggiamento di buone pratiche di agricoltura naturale sostenibile per la riduzione della povertà, la sicurezza alimentare e lo sviluppo della comunità.
Attraverso Tempo Fiorito Kenya ho fatto un periodo di volontariato presso lo Shelter Children’s Home a Ngong (i bambini erano in vacanza da scuola), a cui i soci dell’Associazione Grande Quercia hanno destinato delle donazioni per la costruzione della mobilia del refettorio, distrutto in un recente incendio; inoltre il socio Cristiano Tomasini ha offerto la sua consulenza tecnica nel progetto agricolo che la ONG di Leandro Agosta ha posto in essere.

Chi ha incontrato?
In quei giorni ho potuto conoscere l’Associazione Italiana Amici dei Bambini che mi ha fornito un quadro completo e chiaro della situazione di abbandono in cui vivono molti bambini a Nairobi. Ma l’incontro più importante è stato quello con Renato Sesana (padre Kizito).

Chi è padre Kizito?
Questo padre comboniano ha fondato Koinonia Community le cui finalità sono: promozione allo sviluppo integrale delle persone, protezione infanzia vulnerabile, recupero, riabilitazione e reintegro di ex-ragazzi di strada, sensibilizzazione e animazione della comunità circostante su tematiche inerenti alla marginalità giovanile, ai diritti dei minori, alla giustizia e alla pace.

In particolare Koinonia gestisce:
- diversi centri di riabilitazione di ex-bambini di strada nella periferia di Nairobi (per esempio il Kivuli center, dove ho trascorso una settimana)
- un centro di fisioterapia per bambini con disabilità a Kibera (Paolo’s Home)
- una scuola secondaria residenziale (Domus Maria)
- un centro di incontri (Shalom House)
- una scuola di informatica Shalom IT center
- Diakonia Institute, dove si tengono corsi per assistenti sociali e project manager e un dispensario.

Ha incontrato altre realtà italiane?
Nel mio viaggio ho conosciuto due giornalisti italiani del gruppo Hic sunt leones e con loro ho avuto occasione di partecipare alla manifestazione, organizzata da Amref (African Medical and Research Foundation), di una scuola contro la mutilazione genitale femminile.
Ho avuto, quindi, la possibilità di conoscere personalmente il fondatore di Amref Italia, Tommy Simmons.
Inoltre, a Kivuli sono stata accolta e seguita da Chiara Avezzano, referente italiana in Kenya per Amani for Africa, associazione nata molti anni fa alla scopo di sostenere i progetti di Koinonia Community in Kenya, Zambia e Sud Sudan. Chiara con grande disponibilità ha risposto alle mie molte domande.

Cosa ha portato a casa da questo viaggio?
Tutte queste esperienze mi hanno aperto la mente a un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo. Ora l'Associazione può pensare di costruire progetti che rispondano maggiormente ai bisogni e alle reali necessità degli africani.

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