Nel 2017 le socie Lidia Spagnolli e Francesca Togni, insieme alla Presidente Elisabetta Murdaca, sono state in Zambia nel centro di accoglienza per bambini e ragazzi di strada, il Mthunzi Center.
Cos’è il Mthunzi Center? Ecco la risposta del suo fondatore, padre Kizito:
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Mthunzi è accoglienza, fratellanza, è un luogo dove si scoprono e si coltivano i propri talenti. E’ un coro di tante voci che insieme porta gioia e armonia.
Queste sono le voci di due ragazzi che vivono lì, Njila e Dickson
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E' un luogo attraverso il quale la vita offre ai ragazzi una possibilità di riscatto, dove finalmente possono tornare a essere bambini ed essere spensierati, poiché ci sono adulti che si occupano di loro e che insegnano loro a divenire autonomi e responsabili.
A Mthunzi molti educatori provengono essi stessi dalla strada: sono ex ospiti del centro che ritengono di aver ricevuto così tanto che desiderano restituirlo agli altri ragazzi che hanno un passato simile al loro. Così intraprendono l’apposita scuola e diventano social worker. L'accoglienza acquista, così, una marcia in più.
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Accanto agli educatori ci sono due figure molto importanti, due colonne sulle quali poggia l'intero centro di accoglienza:​Moses Chinwanga, amministratore del Centro e l'insegnante Phirina Rackel Phiri.
Nel novembre del 2017, la Presidente Elisabetta Murdaca, accompagnata da Francesca Togni, in un lavoro di reciproco rispetto e collaborazione con gli educatori che si occupano di questi ragazzi, hanno portato anche nuove proposte nel Mthunzi Center, che sono state colte con grande entusiasmo da parte di tutti.
I loro occhi hanno visto cosa significa vivere in strada
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In occasione del viaggio svolto da Lidia Spagnolli nell' aprile del 2017, Risto 3, il suo datore di lavoro, ha pubblicato questo articolo:
LIDIA SPAGNOLLI : UN’ESPERIENZA IN ZAMBIA
La collega Lidia Spagnolli ci racconta il suo periodo di volontariato in Zambia.
Lidia fa parte dell’associazione di promozione sociale “Grande Quercia” che con Koinonia Zambia è partner per la Koinonia Community Kenia per un progetto di sviluppo agricolo. “
Ho avuto la possibilità di fare un’esperienza di volontariato di quindici giorni che mi ha molto colpita.
Nel 2000 la comunità di Koinonia, situata a Kasupe, a 15 km da Lusaka, fondata dal padre comboniano Renato Sesana, ha dato vita al centro di accoglienza di ex bambini di strada costituendo il Mthunzi Centre.
Il centro avrebbe la possibilità di ospitare 60 bambini in forma residenziale se avesse la possibilità economica di mantenerli, ma attualmente riesce ad ospitarne solo 48. Sono tutti maschi, il più piccolo ha 8 anni, è l’unico così piccolo poi gli altri sono dai 12 anni in su.
Per i bambini e i ragazzi che vivono nelle zone rurali circostanti è attivo un programma che garantisce la retta scolastica, l’assistenza sanitaria, il sostegno individuale e alle famiglie di origine. Le bambine e le adolescenti fanno riferimento al piccolo centro diurno di Londjezani che le accompagna con un percorso specifico pensato per le loro esigenze.
E’ interessante sapere che 3 degli attuali educatori, oltre all’amministratore di Koinonia Community Zambia, sono ex bambini di strada che hanno iniziato il loro percorso presso il Mthunzi Centre agli inizi degli anni 2000 e, una volta maggiorenni, hanno intrapreso gli studi adeguati per poter prendersi cura professionalmente dei nuovi arrivati.
Nella cultura zambiana è un valore importante il prendersi cura degli altri, ma a Koinonia il seme della fratellanza ha portato frutti particolarmente ricchi “we belong each other” è il loro motto, e il motto personale di padre Kizito, il fondatore è “il pane non è buono se non è condiviso”.
Io che pensavo di portare qualche suggerimento per cucinare risparmiando gas o luce, scopro che non solo non hanno il gas nelle case, ma neanche elettrodomestici, non hanno forni, stufe, niente, cucinano su dei bracieri a terra su cui appoggiano due grossi pentoloni, incastrati in una struttura di mattoni costruita attorno alle braci.
Ho insegnato loro a fare gli gnocchi di patate, le crespelle e la crostata (cotta nel forno a gas di una operatrice italiana). Per la mia partenza hanno organizzato una cena (seppur povera) per 70/80 persone tra bambini, ragazzi e adulti, con danze e canti di addio e con lo stereo a noleggio.
Consiglio a tutti gli occidentali una "vacanza" in posti simili, diventeremmo un po’ più umani.”
Lidia Spagnolli
Si ringrazia per il materiale Risto3 www.risto3.it
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