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Le rose dei Balcani è un’opera musicale che l’Associazione ha preparato in memoria delle donne vittime di violenza militare nella guerra dei Balcani. L'opera nasce dall'interesse dell'Associazione "Grande Quercia" nei confronti della tematiche d'attualità difficili da affrontare. La sfida è quella di approcciarle secondo la forma artistica: musica – canto (solisti e coro) – recitazione. Lo scopo è di far riflettere su argomenti problematici porgendoli al pubblico in modo inusuale, usando l'arte come veicolo di comunicazione, riflessione e di confronto con la propria coscienza.

La scelta della guerra dei Balcani ha l’intento di riportare alla memoria ciò che al tempo l'Europa intera ha finto di non vedere e ora, a distanza di vent'anni, è sepolta e scordata nel libro della storia, ignorata dalle nuove generazioni, così come al tempo era stata ignorata dai loro padri e dalle loro madri.

 

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Le Rose dei Balcani

 

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TRACCIA E LINGUAGGIO DELLO SPETTACOLO

 

L'opera musicale è stata scritta per violino, sax e chitarra. La musica accompagna le varie canzoni ed è intervallata in tutto lo spettacolo, sottolineando lo svolgersi degli eventi, il dramma: la danza bosniaca, l'aggressione, gli stupri, il dolore, la paura. L'intero dramma è interpretato con canzoni e recitazione di 4 donne e durante l'intero spettacolo, un video con immagini della tragedia bosniaca è proiettato sullo sfondo. quello che vide e le donne che incontrò; soprattutto, descrive con emozione l'incontro con Sada, un poeta che ha trasformato l'orrore che ha vissuto sulla sua pelle in versi poetici. Lo spettacolo è diviso in tre momenti narrativi e artistici. Nella prima parte, il linguaggio musicale introduce e rappresenta le tre culture ed etnie, le danze bosniache sono improvvisamente interrotte dalla guerra tra incredulità e paura. La seconda parte è caratterizzata dalla presenza delle donne e dal loro grande dramma, dalla violenza fisica e psicologica subita, con tutte le implicazioni drammatiche lasciate sulla loro anima e sul loro corpo. La terza parte mette in luce la lotta interiore della non facile scelta di mantenere il figlio frutto della violenza, rinunciando all'adozione o abortendo.

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