
L'Africa di ieri, di oggi e di domani
La nostra associazione nel 2016, ha organizzato un corso dal titolo "l'Africa di ieri, d'oggi e di domani", con l'intento di approfondire la conoscenza delle realtà presenti in alcuni stati africani e in Medioriente.
Situazioni, visi, persone, cui viene lesa la dignità: diritti umani calpestati, violenze, soprusi, realtà che sfuggono all'uomo che con gli occhiali occidentali guarda verso questo continente africano o sfogliando pagine di inchiostro si affaccia a tematiche scottanti come quelle del Medioriente.
Il nostro intento è stato approfondire alcune tematiche, nella speranza di suscitare interesse a "conoscere" il vero quotidiano di questi popoli, spesso vittime innocenti di guerre senza fine, soprusi e violenze perpetrate da anni, come accade ancora oggi per il popolo congolese e il popolo siriano e qui seguono le sintesi delle relazioni che i partecipanti hanno presentato.
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I nostri progetti per l'Africa
Elisabetta Murdaca
Presidente
La conferenza ha riferito sulla situazione attuale dei rifugiati in Europa e del loro destino qui.
Si è parlato della storia dello sviluppo dell’Africa e di come questo sia stato rallentato dal colonialismo prima e dalla decolonizzazione dopo, ed ancora oggi per i continui interventi esterni a causa delle guerre e dalle azioni dalle potenze economiche.
Sulla base di queste premesse nasce la domanda: cosa può fare l’occidente per l’Africa? Cosa possiamo fare noi per l’Africa? Si è giunti alla conclusione che il compito dell’occidente sia di fornire all’Africa gli strumenti affinché essa possa riprendere e proseguire il proprio processo di sviluppo autonomo. L’occidente dovrebbe fornire agli africani gli strumenti per poter camminare da soli sulle proprie gambe, per potare loro stessi il cambiamento, lo sviluppo nel loro Paese.
Per ciò che compete l’Associazione Grande Quercia, i progetti a cui si sta lavorando si pongono l’obiettivo di offrire formazione lavorativa agli africani in modo che possano sviluppare competenze da spendere in loco. Attraverso ciò ci sarebbe anche un rafforzamento della classe media africana e la possibilità di muovere la sua economia.